La Via di Francesco – Giorno 1
Da Chiusi della Verna a Pieve Santo Stefano – 01/11/2018
- 15 km circa
- dislivello 475m s.l.m.
Il viaggio d’andata per raggiungere la nostra meta di partenza, Chiusi della Verna, si rivela abbastanza lungo seppur rilassante, complice il fatto d’aver scelto di percorrere il cammino durante il ponte del 1 novembre e d’aver deciso di utilizzare mezzi pubblici, evitando di partire in macchina.
Raggiunta in mattinata Milano Rogoredo, prendiamo prima un treno per Bologna, cambiando poi in direzione Arezzo, dove scendiamo e prendiamo un altro treno fino a Rassina. Riusciamo a salire sull’ultimo autobus per Chiusi, giusto in tempo per arrivare all‘Albergo Letizia all’ora di cena. Pronti a gustare un bel piatto locale, in modo da carburare per la partenza del giorno seguente. Come si può resistere ad una più che generosa porzione di pasta fatta in casa? Impossibile… Sazi e contenti, ci ritiriamo in camera; l’unico motivo di preoccupazione è dato dalla pioggia, che finora ci ha graziato, ma non sembra decisa a proseguire con la tregua per le prossime ore.
Prima tappa
Ci alziamo la mattina seguente, tra forti folate di vento e… acqua a catinelle! Niente da fare, non sembra che oggi saremo risparmiati dalla pioggia. Siamo già pronti ad infilare le nostre mantelle impermeabili, sperando che l’acqua non pregiudichi il cammino rendendo i sentieri impercorribili. Ma d’altronde eravamo pronti anche a questo, il bello dell’imprevedibile…
Salutiamo la gentile proprietaria dell’albergo e partiamo per la prima tappa, il Santuario della Verna; secondo le indicazioni forniteci, tagliamo per il piccolo borgo per arrivare al sentiero sterrato che sale verso il Santuario in circa mezz’ora di cammino, e non possiamo fare altro che “impermeabilizzarci”, perché piove davvero molto e con costanza.
Il sentiero sale piuttosto lentamente per la prima parte, all’interno di un boschetto di latifoglie dove l’umidità regna sovrana; la vista di un piccolo ghiro che si arrampica su un alberello accanto a noi ci rasserena, e proseguiamo su un sentiero basolato molto ampio, dal quale, passato il primo tornante, cominciamo a scorgere le mura esterne del santuario.
Arriviamo al nostro primo step fradici e infreddoliti, e ci fermiamo per una visita al luogo, dovendo però “combattere” con una nebbia che riduce la visibilità a pochi metri. Il tempo di passare in rassegna le zone del convento alle quali possiamo accedere, dove pace e silenzio regnano sovrane, e ci rimettiamo in marcia, in direzione del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.
Ha smesso di piovere, e non pioverà più per tutto il resto della giornata!
Un po’ di smarrimento iniziale per uscire dalla Verna, ma ritroviamo velocemente la strada, anche grazie alla guida sempre piuttosto precisa e puntuale, cominciando ad incontrare il segnale del “tau” francescano che ci accompagnerà per tutto il cammino. Cominciamo a salire seguendo il Sentiero Frassati toscano, oggi il dislivello da coprire sarà limitato alla prima parte della giornata; la pioggia insistente della scorsa notte e di questa mattina ha lasciato la via piuttosto fangosa, ed i sentieri sono al momento veri e propri ruscelli, che tuttavia non ci infastidiscono più di tanto nella nostra salita. Siamo più abituati ai terreni delle nostre Alpi e Prealpi, più “pietrosi” e meno “scivolosi” in caso di pioggia, ma il percorso resta comunque praticabile senza grossi sforzi.
Saliamo fin quasi al culmine del Monte Calvano (1254m s.l.m.), dal quale non possiamo godere di alcuna vista causa nebbia, che è proprio il caso di dire lascia spazio esclusivamente all’immaginazione; proseguiamo su prati aperti, e il sentiero che incontriamo subito dopo è piuttosto ampio, infatti transitano accanto a noi un paio di macchine, una delle quali con annessi cani a bordo; ci auguriamo siano qui solo per una passeggiata, perché nell’area è chiaramente segnalato il “divieto di caccia”, anche se i tanti bossoli incontrati più avanti indicano come la prescrizione non venga troppo rispettata…
Proseguiamo per un buon tratto in lieve discesa, fino a giungere al Passo delle Pratelle (1075m s.l.m.), dove riprendiamo subito dopo a salire in direzione Pieve Santo Stefano.
Ci siamo preparati un paio di panini prima di partire, e oggi ci tocca mangiarli in piedi, nell’unico tratto di bosco che troviamo senza che la pioggia accumulata sugli alberi provveda a docce fuori programma; purtroppo anche in queste zone sembra andare di moda correre con le moto da cross sui sentieri, e anche se uno dei due motociclisti che ci passa accanto si sincera gentilmente che sia tutto ok, ciò non toglie che, a parte rovinare i tracciati, le velocità sostenute siano pericolose per chi quei sentieri li percorre in modalità “movimento lento”.
Riprendiamo e proseguiamo verso il Monte della Modina (1181m s.l.m.), e come per buona parte del tragitto siamo all’”ombra” di boschi ; arriviamo nei pressi del centro di equitazione Asnavara, stanchi e ancora un po’ umidi, ma la traccia gps ci indica che siamo a buon punto, il che ci rincuora; abbiamo “scollinato” da un po’, e stiamo cominciando a scendere in direzione Pieve Santo Stefano fra pascoli e grandi prati intervallati da qualche casa e qualche cascinale isolato. Purtroppo ci tocca procedere su una strada asfaltata, che risulta la situazione per noi peggiore dopo una giornata di cammino, e finiamo inevitabilmente per sentire i piedi affaticati in breve tempo.
Ci mettiamo circa 1h per raggiungere il paesino toscano meta odierna, dove quasi subito incontriamo Maria e Marco, i due amici che cammineranno con noi per i restanti 3 giorni.
Attraverso Airbnb abbiamo trovato alloggio presso l’artista Paolo Gennaioli, pittore e scultore, che fa di tutto per metterci a nostro agio; la sua è un’abitazione storica in centro paese, con annessa torretta, in cucina scoppietta il fuoco direttamente da un camino che è rimasto invariato dagli inizi del 1900. Il tempo di lavarci, uscire per rifocillarci e inquadrare almeno l’inizio della camminata di domani, e torniamo da Paolo, con cui passeremo la restante serata in compagnia.
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