Rifugio Menaggio
Camera con vista – 23 marzo 2019
- 1383m s.l.m.
- 1:40 h circa
Ritorniamo nel comasco, approfittando del tragitto per giungere in quel di Menaggio per ammirare la bellezza dei comuni che si affacciano sulla sponda ovest del Lago di Como. L’unica strada che costeggia il lago è già piuttosto trafficata, ma non ci lasciamo sfuggire l’occasione per fermarci in quel di Argegno per una rigenerante colazione in riva al lago.
La primavera è arrivata anche prima della data ufficiale di inizio, la giornata è calda ed il sole si farà sentire durante tutto il trekking.
Arrivati a Menaggio seguiamo le indicazioni per Plesio prima e Breglia poi, decidiamo di parcheggiare accanto alla chiesa parrocchiale di San Gregorio Magno. Si può proseguire oltre con la macchina, e coprire un ulteriore consistente tratto di strada prima di cominciare a camminare per quella che è stata la nostra prima ora di escursione; basta munirsi di un pass (del costo di 3€/giorno) e parcheggiare al termine della strada carrozzabile, opzione scelta dalla maggior parte di quanti incontreremo oggi.
Oggi non abbiamo intenzione di andare oltre il Rifugio Menaggio, se non per una breve digressione al Pizzo Coppa, a soli 15 minuti di ulteriore cammino. La prossima volta partiremo prima e saliremo fino alla cima del Monte Grona, passando dalla località Sant’Amate.
Partiamo quindi dal parcheggio, e seguiamo le indicazioni per il percorso pedestre, che intervalla tratti su sentieri immersi nei boschi della zona a tratti sulla strada asfaltata di cui accennavo prima; se guardiamo a valle, il panorama è davvero pittoresco, tra monti e lago immersi nella foschia ed il Santuario Beata Vergine di Breglia che spicca sulla sommità di una montagnola vicino al nostro punto di partenza.
Tutto il primo tratto si muove in alternanza sulle due strade, e transitiamo accanto a un notevole numero di baite ristrutturate con annessi occupanti, fino a giungere ad una fontana, dalla quale ammiriamo ancora una volta il panorama, cioè il piatto forte della gita odierna. Si possono vedere Bellagio, sulla punta che separa i due rami del lago, e più a nord, in direzione Valtellina, Bellano, che Paolo mi racconta essere la cornice di tutti i romanzi dello scrittore Andrea Vitali che sia lui, mio papà oltre al suo leggono ormai appassionatamente da anni.
Comincia da qui l’itinerario sul solo sterrato, che prosegue senza mai delle vere e proprie impennate in termini di dislivello; prendiamo il “sentiero alto”, transitiamo per la località La Gomba (1000m s.l.m.) e arriviamo dopo 1h di cammino all’ultimo parcheggio disponibile, dove vediamo la presenza di un numero di macchine non indifferente, segno che la meta odierna è parecchio nota e frequentata dai camminatori seriali e non delle zone, oltre che dagli ormai onnipresenti “runners di montagna” (non a caso, il percorso di oggi è segnalato anche come PTP, Percorso Trail Permanente).
Quando il sentiero esce dagli attualmente spogli boschi (a prevalenza latifoglie, tra cui spicca un gran numero di betulle), cominciamo a scorgere il Rifugio, e da lì in poi il sentiero sarà praticamente in piano. Bastano 15 minuti per raggiungerlo; notiamo che oggi abbiamo addirittura anticipato i tempi segnalati sui cartelli, immaginiamo siano stati un po’ gonfiati vista la massiccia presenza di “escursionisti dummies” che transita per queste zone…
Il tempo di una breve sosta per dissetarci, e ci muoviamo per l’ultima digressione al Pizzo Coppa, con annessa perdita di un bastone in un canaletto laterale da parte di Paolo, che riesce fortunatamente a recuperare senza grossi problemi; osserviamo chi sale al Monte Grona per la via ferrata, oltre al bellissimo panorama che si apre davanti a noi (se guardiamo ad ovest, vediamo anche il Lago di Lugano), e scattato un buon numero di foto, dopo una quarantina di minuti siamo nuovamente al Rifugio in attesa del nostro usuale piatto di polenta, che gustiamo sulla terrazza esterna visto il sole caldo della giornata.
Terminato il pranzo, riprendiamo la via del ritorno seguendo il “sentiero basso”, ricollegandoci a quanto percorso in precedenza all’altezza dell’inizio della strada carrozzabile; ripartiamo pregustando già la prossima escursione, siamo davvero “affamati di trekking” ultimamente!